martedì 16 marzo 2021

Adolescenti e pandemia

 Condividiamo l’articolo di Matteo Lancini per La Lettura del Corriere della Sera sulle conseguenze del lockdown sulle nuove generazioni.

L’adolescenza è accompagnata da immagini adulte stereotipate: l’età della trasgressione, dell’invincibilità, della spensieratezza. Forse anche per questo la politica non si è mai interessata più di tanto a questa fase dello sviluppo, neanche ora, in epoca di lockdown e successivo allentamento.

Prima dell’emergenza sanitaria le principali direttive educative erano volte a limitare l’utilizzo di smartphone, videogiochi e tempo trascorso in rete. Una vera emergenza, se è vero che uno dei fenomeni più diffusi del disagio adolescenziale odierno, il ritiro sociale, noto anche come «Hikikomori», veniva attribuito alla dipendenza da internet. Peccato che, come è noto, la rete rappresenti un rifugio e un’opportunità per questi ragazzi che soffrono enormemente l’individualismo e la competizione della società odierna, e che i ritirati sociali più severi non riescano neanche ad accedere alle relazioni mediate da internet.

La primavera del virus può consegnarci un’immagine più puntuale di figli e studenti adolescenti. Ragazzi per nulla trasgressivi, capaci di responsabilizzarsi, poco propensi a vivere in modo spensierato il post lockdown, ora che ogni area della vita è incerta, compreso il ritorno a scuola di settembre. Ecco, da come gestiremo il ritorno autunnale dipenderà buona parte della credibilità e autorevolezza degli adulti, sempre più minata dalle nostre contraddizioni piuttosto che dall’uso di internet, diventato, dalla chiusura delle scuole, improvvisamente salutare poiché necessario a garantire la didattica a distanza.

Se prevarrà la linea di chi ritiene che gli adolescenti abbiano goduto dei benefici secondari del virus, tra cui lo starsene a casa a godersi una promozione garantita, nonostante il tentativo di coglierli in fallo da parte di chi ha deciso di interrogarli a occhi chiusi, o bendati, ed è intenzionato a regolare i conti il prossimo anno scolastico, avremo perso l’ennesima occasione. Se, invece, incontreranno adulti, capaci di elaborare il senso di una primavera mai così sfiorita, segnata dalle morti di nonni e conoscenti, e da un’emergenza che ha chiesto loro di rinunciare, per il bene comune, a delle esperienze importanti della loro giovane vita, avremo provato a trasformare la drammatica crisi in un’occasione di crescita, nostra e loro.

Il futuro è per sua natura incerto in adolescenza e il disagio dei più giovani dipende spesso dall’assenza di prospettive e speranza. Ora, l’incertezza futura è la certezza dei nostri giorni. Progettare la ripresa del nostro Paese, non può prescindere dal dimostrare un interesse sincero per il futuro delle nuove generazioni. Facciamo in modo che il prossimo autunno sia la primavera dell’adolescenza

sabato 21 ottobre 2017

Il dolore nel corpo di pazienti immigrati

Quante volte ci troviamo impotenti e confusi di fronte a sofferenze di cui non troviamo la causa nei corpi dei nostri pazienti immigrati. O l'impotenza degli operatori di fronte a disturbi fisici a cui nessun medico né medicina occidentale trova né riscontro né cura. Mi sono ritrovata a lavorare con il mio gruppo di supervisione su questi tema, rileggendo insieme " Altri corpi: quando i vermi cominciano a camminare" di Taliani e Vacchiano, continuo a consigliarlo per riflettere sul tema!

giovedì 6 novembre 2014

La luna è fatta di formaggio

Mi ritrovo a leggere un libro uscito da poco in commercio dal titolo curioso:
 ........"La luna è fatta di formaggio"......
un chiarificatore e importante contributo alla lettura dell'esperienza borderline.
 ".....All'affermazione "La luna è fatta di formaggio" fatta da un bambino, ci si meravilgia della sua poeticità, rispondento "è vero, entrambe sono gialle!"". Così nello stile borderline, saremo attenti ad ascoltare la loro esperienza del mondo piuttosto che ha contraddire le sue parole.

Grazie Giovanni Saloni, l'Editore, per questo splendido contributo!

La luna è fatta di formaggio. Terapeuti gestaltisti traducono il linguaggio borderline. Ed. Giovanni Salonia, Il pozzo di Giacobbe.



Buona lettura a quanti vorranno farsi incuriosire, affascinare o ricoscersi e ritrovarsi in queste modalità relazionali o modo di stare al mondo!!!!!

lunedì 18 febbraio 2013

Il Centro si occupa di:


  • ansia, attacchi di panico, depressione
  • disturbi dell'alimentazione: anoressia, bulimia, iperfagia
  • disturbi psicosomatici
  • difficoltà relazionali
  • Supervione a psicologi e psicoterapeuti 
  • percorsi di sostegno psicologico per specifiche/critiche fasi di vita
  • percorsi di orientamento (lavorativo, identitario, ecc.)
  • consulenze educative (rivolte a genitori e operatori del settore, insegnanti)
  • consulenze sul bilinguismo e processi interculturali (rivolte a singoli, famiglie, operatori del settore, insegnanti)
  • sostegno nei percorsi di affido famigliare e adozioni

Il metodo di lavoro utilizza un approccio "globale" all'individuo, che considera cioè la persona nella sua interezza: mente-corpo, intimo e sociale, con particolare attenzione alla fatica del vivere socioeconomico contemporaneo.      
Come orientarsi di fronte alle categorie proposte?
Si può richiedere un primo colloquio di orientamento e conoscenza reciproca, durante il quale capire insieme il bisogno ed elaborare una risposta.
Per accedere telefonare al numero 3409662562 o scrivere alla seguente mail:
jessicaghioni@hotmail.com